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La demenza senile non ha più segreti

Today’s Veterinary Practice, rivista veterinaria a larga diffusione negli USA, dedica un ampio speciale alla disfunzione cognitiva del cane e del gatto anziano.
La demenza senile non ha più segreti

La sindrome della disfunzione cognitiva (CDS, cognitive dysfunction syndrome) è un disordine neurodegenerativo di natura progressiva che affligge cani e gatti anziani, e che comporta il graduale declino delle abilità cognitive e mnemoniche, oltre che tutta una serie di involuzioni, strutturali e funzionali, del cervello, che il piccolo animale condivide in parte con le neurodegenerazioni senili dell’uomo.”
Parte da questa definizione l’articolo di “Today’s Veterinary Practice” (TVP), dedicato alla complessa gestione diagnostico-terapeutica della CDS del cane e del gatto.

 

Primo passo strategico è l’identificazione, quanto più precoce possibile, dei principali segni clinici di CDS. “Quella della CDS – si legge su TVP – è una diagnosi ad esclusione che, dopo aver eliminato tutte le cause organiche che possono alterare il comportamento dei nostri animali anziani (dalle malattie dentali, all’artrosi, a diverse endocrinopatie), si concentra su una “senior pet checklist” di possibili disturbi comportamentali, cognitivi ed emozionali.”

 

Vagare senza meta, estraniarsi dall’ambiente familiare, tanto da non rispondere ai richiami del proprietario, dimostrarsi confuso anche in ambienti familiari, abbaiare o vocalizzare ripetutamente senza alcun motivo, acquisire comportamenti di eliminazione inappropriata. Questi, a detta di Lynne Seibert, comportamentalista autrice dell’articolo, sono tra i più frequenti segni precoci di disfunzione cognitiva, veri e propri “campanelli d’allarme” che devono indurre i proprietari a confrontarsi con il veterinario di fiducia e seguirne cure e consigli.

 

Ed è proprio in queste prime fasi che approcci combinati, farmacologici, ambientali e nutraceutici, volti ad arrestare, se non addirittura a prevenire, la neurodegenerazione legata ad un invecchiamento patologico del cervello, hanno le maggiori probabilità di successo.

 

Tra gli interventi nutrizionali un posto di rilievo spetta a Senilife®: il neuroprotettore, disponibile sia in Italia che in Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, che “ha dimostrato di ridurre i segni clinici di CDS del cane, in maniera tanto più significativa quanto più precocemente somministrato.”

 

E questo grazie ad una combinazione di sostanze (fosfatidilserina, resveratrolo, Ginkgo biloba, vitamina E e piridossina), attive nel riequilibrare i sistemi di neurotrasmissione, regolarizzare il flusso ematico cerebrale, ridurre i depositi neurotossici di amiloide, e controllare l’iperproduzione di radicali liberi.

 

Seibert L. Management of dogs and cats with cognitive dysfunction. Today’s Veterinary Practice, September/October 2017, 7(5): 53-61