Jan Bellows, noto dentista veterinario statunitense, conia l’acronimo COPAT (Comprehensive Oral Prevention, Assessment and Treatment), ad indicare quanto essenziale sia la prevenzione per garantire salute e igiene orale anche ai nostri amici animali.
C’è la tendenza, spiega Bellows, a parlare di prevenzione solo dopo aver fatto la valutazione dentale e, magari, aver curato una malattia presente. In realtà bisognerebbe agire come i dentisti umani: fissare prima di tutto le sedute di igiene dentale ogni 6-12 mesi, anziché esaurire le nostre attenzioni sui malati, preoccupandosi di curare il cavo orale quando fastidiose e progressive malattie parodontali si sono già instaurate.
“Vediamo cani – sottolinea ancora Bellows – che all’età di 3 anni soffrono già di gravi problemi orali, con relativa perdita dei denti. Quanti giovani, dai 25 ai 30 anni, sono nelle stesse condizioni? Pochi, perché noi umani siamo particolarmente attenti a tener sempre puliti i nostri denti, con cure costanti e quotidiane e sedute periodiche di profilassi dentale e lucidatura dei denti presso il nostro dentista di fiducia.”
In questo percorso, prosegue Bellows, è fondamentale incentivare l’atteggiamento “pro-attivo” dei proprietari. Un atteggiamento su cui c’è ancora molto da lavorare, se diamo ascolto alle statistiche che evidenziano come solo il 20% dei proprietari si accorge che il loro pet è affetto da una malattia dentale che necessita di cure specifiche
Come ridurre allora un divario così pesante tra significatività della malattia orale e inadeguate risposte di cura e, soprattutto, di prevenzione?
La ricetta è indicata dallo stesso Bellows che elenca gli ingredienti fondamentali della prevenzione dentale veterinaria: l’informazione al proprietario, l’impostazione di piani a lungo termine di cure domiciliari e visite professionali, l’impegno a pensare alla salute orale come una “necessità quotidiana”, indispensabile al completo benessere del nostro amico “di famiglia” e alla qualità della sua vita.