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Casa a prova di gatto: 5 consigli per farlo stare bene

La Società Internazionale di Medicina Felina mette a disposizione dei proprietari semplici linee guida per migliorare l’ambiente di vita degli amici gatti ed evitare loro pericolose fonti di stress.
Casa a prova di gatto: 5 consigli per farlo stare bene

I problemi comportamentali sono una delle cause più frequenti che conducono all’abbandono o all’eutanasia dei nostri amici animali. Affermazione particolarmente vera per il gatto che a un ambiente di vita non adatto alle sue caratteristiche socio-etologiche reagisce con segnali di disagio particolarmente intensi e difficili da sopportare nella quotidiana convivenza (es. vocalizzazioni, urinazione inappropriata, aggressività).

 

Da questi presupposti è nato l’impegno della Società Internazionale di Medicina Felina (ISFM, International Society of Feline Medicine) che ogni anno si preoccupa di aggiornare i consigli rivolti al proprietario perché adatti il più possibile l’ambiente comune alle necessità fondamentali del gatto. Ne sono nati cinque pilastri ambientali che ogni proprietario informato e consapevole è chiamato a seguire per garantire benessere e felicità al coinquilino dal passo felpato.

 

Il primo pilastro è quello di fornire ai nostri gatti la sensazione di essere “al sicuro” tra le mura domestiche. Trasportini, scatole di cartone, cassetti e armadi aperti ad hoc sono pertanto una risorsa fondamentale per incrementare il senso di sicurezza e diminuire lo stress delle nostre tigri domestiche.

 

Al secondo posto, figura la strategica dislocazione delle risorse ambientali. Posti separati, e possibilmente multipli, vanno dunque preparati per cibo, bevande, operazioni igieniche e di toelettatura, scratching (“farsi le unghie”), gioco e riposo. L’obiettivo è quello di espandere l’habitat del gatto in casa, aumentando la sua padronanza del territorio e, in caso di convivenza di più soggetti, prevenendo conflitti e inutili competizioni.

 

Fornire al gatto opportunità di gioco e di comportamento pseudo-predatorio è il terzo stratagemma indicato dagli esperti di medicina felina. Un buon metodo è quella di usare il cibo per simulare questo tipo di comportamento: posizionare, ad esempio, palline contenenti crocchette in varie stanze e stimolare la ricerca e la conquista della ricompensa alimentare da parte dell’animale.

 

Al quarto posto c’è l’interazione con il proprietario. A dispetto del luogo comune che vuole un legame solamente con il territorio, i gatti traggono notevole beneficio da un’interazione costante e completa con la controparte umana. Infatti, se abituati fin da cuccioli a vivere a stretto contatto con l’uomo, i nostri felini adorano “coccole” delicate e frequenti, e ci ricambiano con evidenti segni di gratitudine e benessere: fanno le fusa, si strusciano sulle nostre gambe, si accoccolano sulle ginocchia, protendono la testa per ricevere un’altra razione di dolci carezze.

 

Infine, rispettare l’importanza del senso dell’olfatto è il quinto pilastro di benessere ambientale per il gatto. A differenza dell’uomo, il gatto usa informazioni chimiche e olfattive per valutare chi lo circonda e massimizzare il proprio stato di comfort e sicurezza.

 

 

ISFM. Your cat’s environmental needs. Practical tips for pet owners. https://catfriendly.com/cat-friendly-homes/what-your-cat-needs-to-feel-secure