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Microbiota di cani e gatti: il lato oscuro dell’antibiotico

Un recente articolo illustra i danni che infligge al microbiota di cani e gatti: ecco perché può essere la causa, e non la soluzione, dei loro problemi intestinali.
Microbiota di cani e gatti: il lato oscuro dell’antibiotico

L’ampia disponibilità di antibiotici ha portato a un loro misuso e abuso considerevoli negli ultimi anni, anche nell’ambito della medicina dei piccoli animali. Il ricorso agli antibiotici nelle più svariate circostanze, incluse quelle che non li rendono strettamente necessari, ha fatto sì che si venisse a incrinare quel rapporto di mutualistico beneficio instauratosi fra ospite e microbiota nel corso di milioni di anni.

 

La “disbiosi indotta da antibiotici” è una dicitura generica che include alterazioni qualitative e metaboliche del microbiota. Gli effetti di questa categoria di farmaci sulla salute gastrointestinale ha riscosso già da tempo molta attenzione in medicina umana, eppure i dati disponibili per cani e gatti sono tuttora limitati. Una review fresca di pubblicazione sul Veterinary Journal ha messo in luce le criticità dei trattamenti antibiotici nel cane e nel gatto.

 

Per la specie canina, ampio spazio è stato dato a metronidazolo e tilosina, antibiotici fra i più utilizzati proprio per quanto riguarda la gestione dei disturbi di natura gastrointestinale. Contrariamente a quanto creduto nei decenni trascorsi, essi non correggono la disbiosi. Anzi, comportano una riduzione nella ricchezza e nella diversità batterica, aumentando l’indice di disbiosi e provocando una rottura dell’equilibrio fra popolazioni che permane a lungo termine, anche a trattamento finito. Infatti, crolla la quota di batteri benefici produttori di acidi grassi a catena corta (SCFAs) a vantaggio dei microrganismi potenzialmente patogenici che ne approfittano per proliferare. Inoltre, la somministrazione ripetuta o continua di antibiotici in corso di diarrea cronica finisce per divenire ancor più controproducente, perché promuove l’antibiotico-resistenza.

 

Analoghe conseguenze sono state riscontrate nella specie felina, nonostante i principi attivi presi in causa fossero quelli più specifici per le infezioni del tratto respiratorio (ad es. amoxicilliina, clindamicina).

 

Grazie alle analisi genomiche moderne, concludono gli autori, ora sappiamo che l’esposizione agli antibiotici altera profondamente la composizione e la funzionalità del microbiota intestinale di cani e gatti, rendendoli potenzialmente suscettibili allo sviluppo di patologie. Questi dati evidenziano l’urgenza di un uso più prudente degli antibiotici, optando per approcci alternativi nel trattamento della disbiosi.

 

 

Stavroulaki EM, Suchodolski JS, Xenoulis PG. Effects of antimicrobials on the gastrointestinal microbiota of dogs and cats. Vet J. 2023 Jan;291:105929.