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Nella mente del proprietario: ecco cosa promuove l’obesità

Basato su piattaforme online, uno studio esplorativo ha indagato i punti critici che limitano le persone nel riconoscimento del sovrappeso nel cane e nella riuscita del suo dimagrimento.
Nella mente del proprietario: ecco cosa promuove l’obesità

Il fenomeno dell’obesità nella specie canina è in costante crescita, ma purtroppo molti proprietari faticano a riconoscere questa condizione nel proprio animale. Si stima, inoltre, che la metà dei cani sottoposti ad un regime di dimagrimento non riesca a raggiungere l’obiettivo prefissato, oppure vada successivamente incontro ad un recupero di peso. Quali sono i fattori che scoraggiano i proprietari dal mettere in atto una prevenzione o un trattamento di successo?

 

In un recente studio, alcuni ricercatori dell’Università di Liverpool hanno analizzato gli aspetti dell’obesità canina per la cui gestione i proprietari si sentono in difficoltà o tendono a rivolgersi al parere di figure non professionali. Consapevoli della delicatezza del tema, gli autori hanno voluto esplorare dei contesti informali online dove la gente si è sarebbe sentita più libera di esprimersi, quali 15 “forum” dedicati e 5 video su una nota piattaforma di streaming.

 

Stando ai commenti pubblicati, si sono potuti identificare 4 punti critici principali:

 

1) Conflitto fra responsabilità: è compito di un proprietario sia mantenere il cane in salute, sia alimentarlo, ma non tutti riescono a trovare un equilibrio fra i due concetti. Per qualcuno, infatti, la quantità di cibo è direttamente proporzionale al benessere dell’animale.

 

2) Distinzione fame vs. appetito: per molti proprietari qualsiasi richiesta di cibo da parte dell’animale è spinta da una condizione di patimento, ed è crudele ignorarla. Tale percezione è amplificata durante le diete di dimagrimento, intesa come una spiacevole esperienza da alleviare.

 

3) Minimizzazione del problema: molti proprietari, pur essendo consapevoli delle gravi conseguenze dell’obesità (ad es. osteoartrite), non considerano l’eccesso di peso un problema fino a quando l’animale non ne manifesta i sintomi (es. difficoltà nel movimento). Qualcuno utilizza addirittura termini colloquiali (es. “paffuto”) per non accostare la condizione del proprio animale ad una patologia.

 

4) Difficoltà di controllo: alcuni proprietari non si sentono in grado di poter modificare lo stile di vita o la dieta, a causa di caratteristiche proprie del cane (es. razza, età) o dell’ambiente circostante (es. nucleo familiare).

 

È importante che i proprietari siano motivati a cercare un supporto professionale, senza sentirsi giudicati o incolpati per il peso del loro animale. Gli autori auspicano che ricerche di questo tipo portino ad un miglioramento nella capacità comunicativa del Veterinario riguardo l’obesità, in modo da creare una migliore connessione con il proprietario e aiutarlo a superare i propri limiti.

 

Lloyd, I., Furtado, T., German, A.J., Watkins, F., Christley, R., Westgarth, C. (2023) “He’d Be Happier if He Wasn’t Chonky” – Qualitatively Exploring Canine Obesity Perceptions Using YouTube™ and Discussion Fora, Anthrozoös, 1-19.