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Artrosi: combinare FANS/nutraceutici

Il fascicolo di gennaio 2005 di “Clinics in Sports Medicine” è interamente dedicato all’artrosi. Tra gli articoli del numero monotematico, figura quello di un gruppo di Ortopedici americani che, agli atleti altamente esposti al rischio di artrosi, consiglia a gran voce: “Per controllare dolore e infiammazione, usate i FANS…Ma, attenzione. Combinateli con i nutraceutici: ridurrete dosaggi, tempi di somministrazione e, dunque, dipendenza.”
Artrosi: combinare FANS/nutraceutici

Il target d’interesse degli Ortopedici dell’Ohio State University di Columbus è l’artrosi dell’atleta: in poche parole, quelle alterazioni degenerative conseguenti allo strenuo e prolungato esercizio fisico, ai microtraumi che, giorno dopo giorno, logorano le articolazioni, ma anche, assai frequentemente, ai “danni da sport” (“sport injuries”) che sovvertono repentinamente la normale architettura articolare ed avviano inesorabilmente le modifiche artrosiche.
“Per dolore ed infiammazione che accompagnano l’artrosi – scrivono gli ortopedici nel fascicolo del “Clinics” – è ormai invalso l’uso “a tappeto” degli antinfiammatori non steroidei (FANS) che, a dispetto del sollievo sintomatologico, si portano comunque appresso svariati e pesanti effetti collaterali.”
“Dal 1997 – continuano gli Autori della review –, anno in cui in America è stato pubblicato “The Arthritis Cure”, abbiamo a disposizione due sostanze – glucosamina e condroitin solfato – che, usate come nutraceutici per l’artrosi, hanno dimostrato benefici effetti sia nell’uomo che negli animali”. Gli Autori parlano di superamento dell’iniziale visione anedottica che, finora, ha accompagnato l’impiego di queste sostanze e passano ad elencare le metanalisi che suffragano i risultati clinici ottenuti con questi due composti e la loro sicurezza d’impiego.
“C’è da aggiungere – affermano Robert Gorsline & Co. in conclusione di articolo – che l’impiego dei nutraceutici consente un ridotto utilizzo dei FANS, con tutto ciò che comporta in termini di contenimento di effetti collaterali avversi e, dunque, di sicurezza d’impiego.”
Viene, dunque, anche dalla Medicina umana il chiaro monito ad abbracciare l’approccio di combinazione all’artrosi. L’obiettivo? Ottimizzare il rapporto rischio-beneficio: potenziare, cioè, il controllo sintomatologico ed il recupero strutturale dell’articolazione e minimizzare gli indesiderati effetti collaterali, in particolar modo FANS-correlati.

Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it