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Cane anziano: strategie per un invecchiamento di successo

Diete ricche di antiossidanti e modifiche dell’ambiente di vita aiutano a prevenire l’invecchiamento cerebrale patologico nel cane ed i disordini cognitivi e comportamentali ad esso correlati. Ne ha parlato Elizabeth Head alla terza conferenza internazionale su “longevità ed invecchiamento di successo”.
Cane anziano: strategie per un invecchiamento di successo

È l’”Annals of the New York Academy of Sciences” a pubblicare gli atti di questa conferenza, tenutasi a Melbourne (Australia), dal 14 al 16 ottobre 2006. Nella sezione dedicata agli interventi per controllare il declino cognitivo fisiologicamente legato all’invecchiamento e per prevenire le malattie ad esso correlate (demenza di tipo Alzheimer in primis), Elizabeth Head dell’”Institute for Brain Aging & Dementia” di Irvine (California) parla di antiossidanti e di strategie di arricchimento dell’ambiente di vita del cane anziano. “L’animale che invecchia – si legge nell’articolo – può manifestare una disfunzione cognitiva, sovrapponibile per alterazioni neurodegenerative sottostanti e caratteristiche istopatologiche, a quella dell’uomo affetto da malattia di Alzheimer. E tra le modifiche neurodegenerative, è sicuramente di primaria importanza il progressivo danno di natura ossidativa che stimola, e addirittura precede, la deposizione di proteina beta-amiloide ed induce consistenti alterazioni cerebrali età-correlate.”
La Head prospetta una possibile prevenzione dei deficit cognitivi legati all’invecchiamento: diete ricche di antiossidanti e misure di “arricchimento ambientale”, incentivando le relazioni sociali degli animali, attuando un’attività fisica giornaliera o stimolando la funzione cerebrale cognitiva con periodici test di apprendimento.
“Gli studi finora effettuati – conclude l’articolo – dimostrano che la combinazione di approcci antiossidanti e di strategie di arricchimento ambientale ha sostanziali effetti benefici sull’invecchiamento cerebrale: lo controlla e ne previene i possibili sbocchi patologici, che possono drasticamente compromettere la qualità di vita dell’animale che sta invecchiando.”