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CBD VETERINARIO: TRA NORME ITALIANE E INCERTEZZE GLOBALI

Prudenza normativa, carenze scientifiche e assenza di prodotti autorizzati gettano ombre sull’uso del CBD negli animali a livello internazionale.
CBD VETERINARIO: TRA NORME ITALIANE E INCERTEZZE GLOBALI

Negli ultimi mesi, l’Italia ha visto importanti sviluppi normativi riguardanti l’uso del cannabidiolo (CBD) in medicina veterinaria. Dal 27 giugno 2024, infatti, il CBD estratto da Cannabis sativa è stato inserito nella Sezione B della Tabella degli stupefacenti (DPR 309/90)[1], comportando l’obbligo di prescrizione veterinaria tramite ricetta non ripetibile e la rigorosa tracciabilità nei registri dedicati. Una misura che è nata dalla necessità di tutelare la salute pubblica e animale, alla luce delle persistenti incertezze scientifiche sul profilo di sicurezza del CBD, in particolare quando assunto per via orale.

 

A rafforzare questa presa di posizione è intervenuta, il 16 aprile 2025, una sentenza del TAR del Lazio che ha respinto un ricorso e confermato la legittimità del Decreto del Ministero della Salute che classifica il CBD come medicinale stupefacente: il Tribunale ha così ribadito l’applicazione del principio di precauzione, richiamando i potenziali rischi legati alla presenza residua di THC, alle possibili interazioni farmacologiche del CBD e alla difficoltà di standardizzare i prodotti commercializzati al di fuori del circuito farmaceutico. Tuttavia, alcuni operatori della filiera della canapa hanno già annunciato di voler impugnare la decisione davanti al Consiglio di Stato, prefigurando nuove controversie legali.

Da ultimo, in Italia il recente “decreto Sicurezza” (art. 18) vieta la coltivazione e la vendita delle inflorescenze della Cannabis e dei loro derivati – incluso il CBD – per qualsiasi scopo. La norma equipara il CBD alla cannabis stupefacente, introducendo sanzioni penali ai trasgressori (da 6 mesi a 6 anni di carcere).

Guardando oltre i confini nazionali, il tema dell’uso veterinario del CBD resta altrettanto delicato, con approcci normativi diversi ma accomunati da un atteggiamento generalmente prudente.

 

A livello europeo, il CBD per uso umano è tuttora classificato come “novel food[2] mentre nel settore animale la Commissione ne ha da tempo vietato l’uso nei mangimi (inclusi i cosiddetti integratori o mangimi complementari). Molti Paesi preferiscono mantenere una posizione prudente, richiedendo autorizzazioni stringenti per la vendita di prodotti a base di CBD e, in alcuni casi, imponendo limiti rigorosi al contenuto di THC. Anche il Regno Unito consente la prescrizione di medicinali veterinari a base di CBD solo se autorizzati[3], ma al momento nessun farmaco è disponibile sul mercato britannico.

 

Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA) mantiene un approccio restrittivo, non riconoscendo il CBD come integratore alimentare e osteggiando le affermazioni terapeutiche non supportate da solide evidenze scientifiche[4]. A conferma di questo distanziamento, il 7 aprile 2025 la FDA ha inviato una lettera di richiamo[5] a tre aziende che commercializzano prodotti a base di CBD, non autorizzati per uso veterinario. Nel confinante Canada, come nel Regno Unito, il CBD è regolamentato come farmaco veterinario secondo il “Cannabis Act[6], ma anche lì non sono ancora presenti referenze approvate sul mercato.

 

In conclusione, il contesto normativo italiano e internazionale invita alla prudenza, ma anche all’aggiornamento scientifico e alla corretta informazione, soprattutto in risposta alla crescente domanda da parte dei proprietari di cani e gatti. Le evidenze scientifiche a supporto restano ancora preliminari, e mancano linee guida consolidate su dosaggi, effetti collaterali e interazioni farmacologiche. La qualità dei prodotti, la tracciabilità e un’attenta valutazione dei rischi per la salute sono elementi chiave per le istituzioni sanitarie di tutto il mondo, il cui obiettivo ultimo è di garantire un impiego sicuro e responsabile del CBD nella pratica clinica.

 

 

[1] https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/07/06/24A03441/SG

[2] https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/7322

[3] https://www.gov.uk/government/news/vmd-statement-on-veterinary-medicinal-products-containing-cannabidiol

[4] https://www.fda.gov/news-events/public-health-focus/fda-regulation-cannabis-and-cannabis-derived-products-including-cannabidiol-cbd

[5] https://www.fda.gov/inspections-compliance-enforcement-and-criminal-investigations/warning-letters/baileys-wellness-llc-dba-baileys-cbd-701066-04072025

[6] https://www.canada.ca/en/health-canada/programs/consultation-towards-pathway-products-containing-cannabidiol/veterinary-drugs-animal-use.html?utm_source=chatgpt.com