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Cervello: più è vecchio e più è rigido

Un gruppo di scienziati americani della Washington University School of Medicine di St Louis (Missouri, USA) dimostra che, quando il cervello perde la naturale capacità di rinnovare le connessioni tra neuroni, va incontro a deficit funzionali, non “apprende” più, perde la sua straordinaria duttilità funzionale, diventando incapace di adattarsi agli stimoli esterni. In poche parole: è diventato vecchio.
Cervello: più è vecchio e più è rigido

Sembra che non ci sia più alcun dubbio: il naturale riarrangiamento delle terminazioni sinaptiche che caratterizza il sistema nervoso dei mammiferi viene perso con l’avanzare dell’età. Risultato: una rigidità strutturale che, ormai, è da considerarsi sinonimo di invecchiamento cerebrale. A dare fondamento scientifico a queste asserzioni, un gruppo di Neurobiologi americani guidati da Jeff Lichtman che hanno tracciato una mappa dinamica delle terminazioni nervose presenti in una specifica regione del cervello del topo, seguendo nel tempo i cambiamenti cui queste strutture vanno incontro. “Ci siamo accorti – affermano i ricercatori – che negli animali giovani le sinapsi scompaiono e si riformano in modo nuovo nel giro di pochi minuti in risposta a stimoli esterni. Insomma, dimostrano un’estrema plasticità. Questo non succede nei topi adulti e, ancor peggio, negli anziani, dove ci vogliono mesi, se non addirittura anni, prima di riuscire a vedere qualche lieve modificazione strutturale delle ramificazioni neuronali.” In altre parole, è come se, ad un certo punto della sua esistenza biologica, il cervello perdesse la capacità di modificarsi in rapporto alle sollecitazioni esterne e rimanesse, altresì, imbrigliato in una staticità strutturale, che ne preannuncia l’involuzione degenerativa età-dipendente ed i disturbi ad essa correlati.
Importanti i risvolti applicativi di questa ricerca. Dalla definizione delle alterazioni neurodegenerative che accompagnano l’invecchiamento cerebrale, nascono, infatti, i presupposti per nuovi interventi, finalizzati a prolungare e/o migliorare la performance cerebrale dell’età avanzata, agendo, in particolar modo, sulla fluidità strutturale e, dunque, sulla plasticità funzionale dei costituenti neuronali.