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Chirurgia e artrosi

Nel corso dell'undicesimo meeting annuale dell'ECVS (European College of Veterinary Surgeons) (Vienna, 5-7 luglio 2002), Ortopedici di fama mondiale tentano di dare risposta ad una domanda ancora irrisolta: la chirurgia blocca o favorisce l'artrosi? Riassumiamo il parere di due eminenti specialisti.
Chirurgia e artrosi

“Complicanze in Chirurgia ortopedica”: questo il titolo del seminario specialistico, svoltosi nell’ambito dell’annuale meeting di aggiornamento dell’ECVS, che ha visto in successione le relazioni di due famosi Ortopedici – Henry van Bree dell’Università di Gent (Belgio) e David Bennett dell’University Veterinary School di Glasgow (Scozia) – sul complicato binomio artrosi-chirurgia.(1,2)
“Se – come sottolinea Van Bree all’inizio del suo intervento – l’obiettivo di qualsiasi trattamento chirurgico è quello di ripristinare la massima funzionalità nel minor tempo possibile e con il disagio minimo per il paziente, allora nel caso dell’artrosi o DJD (degenerative joint disease) bisogna già tener conto di un parziale insuccesso, dal momento che è pressoché costante assistere alla comparsa di degenerazione articolare di vario grado nel periodo post-operatorio.” Parecchie le cause individuate da van Bree di questa evoluzione quasi obbligata della Chirurgia verso l’artrosi: dall’instabilità conseguente alla rimozione di frammenti o alla rottura di legamenti in corso di artrotomia, a ragioni squisitamente biochimiche, come l’alterato profilo di mediatori catabolici (citochine ad esempio) che possono accompagnare eventi dichiaratamente meccanici, come le rotture legamentose.
David Bennett, a sua volta, si è servito dei più significativi studi clinici pubblicati in letteratura per affermare: “Nessun trattamento chirurgico può prevenire lo sviluppo dell’artrosi, anche se può contribuire a ridurne gravità o velocità di progressione.”
“Se c’è una possibilità di evitare l’artrosi – conclude Bennett – questa deve in ogni caso contemplare tre modalità di approccio tra loro combinate: quella genetica, per individuare i soggetti a rischio e controllarne la riproduzione; quella chirurgica, per contrastare le cause sottostanti l’artrosi ed, infine, quella medica, basata su terapie volte a prevenire o rallentare l’evoluzione artrosica.”
1. Van Bree H, Van Rijssen B, Gielen I, 2002, Progression of DJD after arthroscopic treatment of OCD, a surgical complication? Proceedings 11th Annual Scientific Meeting ECVS, Vienna, July 5-7, pp.295-297
2. Bennett D, 2002, Is osteoarthritis avoidable? Proceedings 11th Annual Scientific Meeting ECVS, Vienna, July 5-7, pp.298-302.