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COME IL MOVIMENTO DIMINUISCE IL DOLORE

Perché l’attività fisica costante e regolare può alleviare il dolore? Per l’aumento dei livelli circolanti di PEA (Palmitoiletanolamide) un biomodulatore ad azione analgesica.
COME IL MOVIMENTO DIMINUISCE IL DOLORE

Che l’esercizio fisico sia dotato di un potenziale antidolorifico è cosa nota. Tant’è che numerosi studi hanno scientificamente dimostrato gli effetti sul dolore di un costante e regolare allenamento fisico, capace di contrastare diverse forme di sofferenza, dal “crampo” di breve durata al dolore più sostenuto e prolungato (neuropatico), anche indotto da lesioni e traumi importanti. Ancora sotto indagine invece i meccanismi che spiegano il nesso tra attività fisica e riduzione di intensità del dolore (ipoalgesia). Finora, ci si era prevalentemente focalizzati sulle endorfine, oppiacei endogeni prodotti dal cervello durante lo sforzo fisico. Oggi, una ricerca congiunta di fisioterapisti e farmacologi del Wisconsin sposta l’attenzione sul coinvolgimento diretto del sistema endocannabinoide: il complesso cioè di molecole “segnale” che l’organismo produce spontaneamente per contrastare infiammazione e dolore, e a cui afferisce, per condivisione dei meccanismi d’azione e comprovati effetti antinfiammatori e antalgici, anche la PEA. Lo studio americano dimostra infatti che la riduzione di intensità del dolore muscolare, rilevata in 44 soggetti sottoposti ad allenamento isometrico (contrazioni muscolari statiche, ripetute e di breve durata), si accompagna ad un proporzionale incremento dei livelli circolanti di endocannabinoidi, PEA compresa. Tale aumento di bioregolatori endogeni è altresì accompagnato dall’innalzamento della soglia del dolore, motivo per cui i soggetti selezionati nello studio dimostravano una minor percezione della sensazione nocicettiva conseguente a stimoli termici o pressori. È la conferma del ruolo chiave che la PEA ricopre all’interno dei circuiti fisiologici di modulazione del dolore, capace com’è il capostipite delle aliamidi di incrementare i suoi livelli endogeni in situazioni di“stress” (anche fisiologico) e, così facendo, di proteggere dall’eccesso di input nocicettivi, sia periferici che centrali, responsabili dell’affaticamento muscolo-scheletrico, come della franca sensazione di dolore. Per calare il tutto nella realtà, se a volte ci viene consigliato l’esercizio fisico per alleviare indolenzimenti e dolori muscolari, non si tratta di un paradosso. È semplicemente un sistema per ottimizzare la disponibilità di quei sistemi biologici di protezione e recupero (leggi PEA), di cui la Natura ci ha fisiologicamente dotato. Koltyn KF, Brellenthin AG, Cook DB et al. Mechanisms of exercise-induced hypoalgesia. J Pain. 2014 Sep 23. doi: 10.1016/j.jpain.2014.09.006. Leggi l’abstract di PubMed in http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25261342