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Condrostress®: uno studio ne conferma l’efficacia

Tra le “free communications” di Ortopedia presentate al 50° congresso nazionale SCIVAC (Rimini, 27-29 maggio 2005), c’è stata anche quella di Antonio Crovace e Luca Lacitignola sugli effetti ottenuti con la somministrazione del noto condroprotettore orale Condrostress® SUPRA su specifici marker sinoviali di degenerazione, infiammazione ed ossidazione, rilevati con una tecnica di spettroscopia di risonanza magnetica protonica (H-NMR) ad alta risoluzione, in cani sottoposti a ricostruzione chirurgica del legamento crociato anteriore (LCA).
Condrostress®: uno studio ne conferma l’efficacia

Molti i motivi di interesse intorno a questa comunicazione libera, che porta i nomi di Antonio Crovace e Luca Lacitignola della sezione di Chirurgia Veterinaria del DETO (Dipartimento dell’Emergenza e dei Trapianti di Organi) dell’Università di Bari, ed Alda Miolo del CeDIS di Innovet. Lo scopo del lavoro, innanzitutto: stabilire l’efficacia della somministrazione orale di un nutraceutico a base di condroitin solfato, glucosamina e bioflavonoidi in cani sottoposti a ricostruzione chirurgica di LCA. I parametri di valutazione, poi, di questa efficacia: specifici marker sinoviali di degenerazione, infiammazione ed ossidazione, in pratica i tre caratteri distintivi del processo artrosico secondario alla rottura del legamento. Il metodo, infine, di rilevazione di questi marker sinoviali: la spettroscopia di risonanza magnetica protonica (1H-NMR), vale a dire un metodo analitico ad alta risoluzione che consente di determinare e quantificare contemporaneamente svariati metaboliti indicatori di patologia, in questo caso di artrosi.
“Per il nostro studio – spiega Lacitignola durante la relazione – abbiamo selezionato 10 cani di taglia grande/gigante, tutti affetti da rottura completa monolaterale di LCA, avvenuta da non più di 15 gg dall’arruolamento. Dopo intervento di ricostruzione con tecnica standard “over the top”, gli animali sono stati suddivisi in due gruppi, di cui uno trattato con il Condrostress® SUPRA e l’altro, invece, non trattato (gruppo di controllo).”
Significativi i risultati riscontrati all’analisi spettrometrica del liquido sinoviale, prelevato per artrocentesi alla visita iniziale e dopo 60 e 90 giorni dall’inizio dello studio. “Nei trattati – continua Lacitignola – il lattato, il cui aumento viene interpretato quale indice di uno stato ipossico/infiammatorio, rimane significativamente più basso rispetto al gruppo di controllo. Il glucosio, invece, che si riduce drasticamente in corso di artrosi, è più alto nei trattati che nei controlli…Anche i gruppi N-acetile (indicativi di degenerazione cartilaginea) e l’alanina (marker di stress ossidativo) restano più bassi nel gruppo dei trattati rispetto ai controlli.”
Si evince, dunque, a chiare lettere l’efficacia dell’associazione tra chirurgia ed approccio nutraceutico a valenza condroprotettiva ed antiossidante. Infatti, se la prima si rivela necessaria a ripristinare la stabilità articolare compromessa dalla rottura legamentosa, è da imputarsi a condroitin solfato, glucosamina e bioflavonoidi, contenuti in Condrostress® SUPRA, il riequilibrio delle alterazioni biochimiche/metaboliche – di natura degenerativa, infiammatoria ed ossidativa – che contraddistinguono il sopraggiungere del processo artrosico.

Abstract disponibile su richiesta a cedis@innovet.it