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Dalla plasticità muscolare nuove prospettive per la cura dell'artrosi.

La debolezza muscolare non è solo conseguenza dell'artrosi, ma ne rappresenta una vera e propria causa.

Questa teoria – che trova ampia conferma in una serie di osservazioni cliniche – rappresenta una sorta di rivoluzione scientifica nella visione tradizionale dell’artrosi.
Quella che finora era considerata una malattia di ossa e cartilagine, oggi vede nella componente muscolare un elemento di primaria importanza, sia in termini patogenetici che in termini di terapia.
È quanto emerge dalla relazione presentata da un noto fisioterapista del King’s College di Londra al 5° congresso mondiale dell’OARSI (Società Internazionale per la Ricerca nel settore dell’Artrosi), svoltosi lo scorso autunno a Barcellona.
Una complicazione in più? No. A detta del padre scientifico di questa rivoluzionaria teoria si tratta, bensì, di una buona notizia.
L’estrema plasticità che caratterizza il muscolo – soprattutto nel periodo dello sviluppo – e lo contraddistingue da tutte le altre strutture articolari, apre, infatti, nuove e promettenti prospettive terapeutiche per la cura dell’artrosi.
Tutti quegli interventi mirati a ripristinare l’efficienza funzionale del muscolo scheletrico rappresentano, cioè, valide opzioni complementari per vincere questa malattia degenerativa.
L’articolo è disponibile su richiesta presso il CeDIS INNOVET cedis@innovet.it
Hurley M.V., 2000, Osteoarthritis and Cartilage, 8 (suppl.B): S17.