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Ginkgo e Vitamina E contro la morte neuronale

L’estratto di Ginkgo biloba (EGb761) e la vitamina E sono entrambi in grado di proteggere i neuroni della corteccia cerebrale dalla morte per apoptosi indotta sperimentalmente in coltura, grazie, soprattutto, alla loro efficacia antiossidante. Questi, in sintesi, i risultati delle ricerche di alcuni neuroscienziati messicani e francesi, pubblicati nel numero di marzo 2004 della rivista “Brain Research”.
Ginkgo e Vitamina E contro la morte neuronale

“Sapevamo della capacità dell’estratto di Ginkgo biloba (EGb761) di proteggere i neuroni da insulti di varia natura e conoscevamo anche gli studi clinici pubblicati sui benefici effetti di questo estratto in diverse malattie neurodegenerative, dalla demenza alla malattia di Alzheimer. Lo scopo delle nostre ricerche è stato proprio quello di confermare questi effetti neuroprotettivi del Ginkgo nei confronti della morte per apoptosi indotta sperimentalmente in colture di neuroni della corteccia cerebrale.” Così scrivono, nell’introduzione dell’articolo, i ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze di Città del Messico e dell’IPSEN Institute di Parigi. “Nelle colture sottoposte ad insulto apoptotico – spiegano – abbiamo osservato un marcato aumento della sopravvivenza cellulare dopo incubazione con 200 microgr/ml di EGb761, unitamente ad un blocco nella produzione di radicali liberi.” Risultati, dunque, perfettamente in linea con quanto precedentemente dimostrato: conclamata efficacia neuroprotettiva del Ginkgo e meccanismo d’azione sostanzialmente di natura antiossidante, tale per cui l’EGb761 è in grado di prevenire l’iperproduzione radicalica indotta, in questo caso, dal danno sperimentale.
Analoghi risultati anche per la vitamina E, che aumenta la sopravvivenza cellulare grazie ad un efficace intrappolamento dei radicali superossidi prodotti in eccesso dai neuroni danneggiati.“In conclusione – scrivono i ricercatori – i risultati ottenuti evidenziano la chiara attività neuroprotettiva sia dell’estratto di Ginkgo biloba che della vitamina E, essenzialmente imputabile alle loro proprietà antiossidanti.”
Importanti conferme, dunque, dell’utilità di impiego clinico di queste sostanze in tutte quelle condizioni neurodegenerative – demenza, compresa – caratterizzate da un alterato stato ossidativo dell’ambiente neuronale.