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Ginkgo: migliora plasticità e memoria

Continua ad allungarsi assai rapidamente la lista di evidenze scientifiche a favore dei benefici effetti dell’estratto di Ginkgo biloba (EGb 761) sulla funzionalità del cervello che invecchia. Uno degli ultimi articoli sull’argomento riferisce che in ratti anziani supplementati per 30 giorni con Egb 761 aumenta la plasticità neuronale e migliorano i meccanismi neurofisiologici alla base della memoria.
Ginkgo: migliora plasticità e memoria

A dimostrarlo è un gruppo di ricercatori appartenenti a tre Centri di eccellenza nel campo della ricerca neurofarmacologica come quello di La Jolla (California), Kingsville (Texas) e Reading (Gran Bretagna).
“Ci siamo prefissi – si legge nell’articolo pubblicato sul fascicolo di giugno 2004 di “Neurobiology of Aging” – di dimostrare l’effetto della supplementazione di Egb 761 specificatamente in una zona del cervello – l’ippocampo – sede riconosciuta della memoria a breve termine e, in generale, direttamente coinvolta nei processi cerebrali cognitivi… Per questo, abbiamo somministrato per un mese l’estratto di Ginkgo a ratti sia giovani che anziani e ne abbiamo analizzato post-mortem l’ippocampo, valutandone l’eccitabilità neuronale, l’efficienza di trasmissione sinaptica, nonché la “long term potentiation” (LTP), quello specifico evento elettrochimico cerebrale alla base della memoria. “I risultati sono davvero interessanti. “ L’Egb 761 – scrivono i ricercatori – esercita effetti positivi esclusivamente sull’ippocampo dei ratti anziani, dove aumenta l’eccitabilità, facilita la trasmissione sinaptica e, dunque, la plasticità cerebrale, induce, infine, la fase precoce dell’LTP… Non c’è dubbio: i nostri risultati dicono chiaramente che un sistema neuronale scompensato dall’età trae beneficio dalla supplementazione con Egb 761… Non solo, ma l’influenza che tale estratto esercita sui meccanismi elettrochimici della memoria ci consente di includerlo definitivamente tra le sostanze cosiddette “nootrope”, capaci, cioè, di promuovere il potenziamento e/o il recupero delle facoltà mnemoniche.”
Ed ancora nelle conclusioni: “…la mancanza di effetti nell’ippocampo di ratti giovani dà indicazione che l’estratto standardizzato di Ginkgo biloba possa avere influenza solo in quelle condizioni in cui i normali processi omeostatici cerebrali siano compromessi da un declino età-dipendente e possano, dunque, trarre beneficio da un aumento di eccitabilità neuronale e di plasticità sinaptica.” E quali sono queste condizioni? La demenza senile dell’uomo, innanzitutto. Ma, anche, quelle disfunzioni cognitive, mnemoniche e comportamentali che accompagnano l’invecchiamento cerebrale patologico di cani e gatti.
Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it