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I gatti sardi soffrono di artrosi

Segni radiografici di degenerazione articolare (artrosi compresa) affliggono più dell’80% di una popolazione di gatti residenti a Sassari e provincia, con una prevalenza che aumenta con l’età.
I gatti sardi soffrono di artrosi

È la prima indagine italiana che valuta la prevalenza radiografica di degenerazione articolare (DJD) nel gatto, tant’è che la ricerca originale condotta dalla Clinica Chirurgica dell’Università di Sassari ha vinto il premio come “miglior comunicazione breve” del settore ortopedico nell’ambito del 73° congresso internazionale SCIVAC di Rimini.
L’indagine epidemiologica è stata condotta su un totale di 132 gatti, sia di proprietà che provenienti da colonie feline, di età compresa tra 10 mesi e 29 anni, tutti sottoposti ad uno studio radiografico completo dello scheletro, sia assiale che appendicolare.
Ebbene, segni radiografici di DJD sono stati evidenziati nell’82,5% dei gatti, con un incremento del tasso di prevalenza proporzionale all’avanzare dell’età.
Molto interessanti anche le altre informazioni raccolte dall’indagine radiografica dei clinici veterinari di Sassari. A partire dal dato che l’articolazione più colpita risulta essere quella del ginocchio, seguita da gomito, anca, tarso e spalla. Fino all’identificazione delle diverse espressioni morfologiche di DJD: dai classici segni di artrosi (con osteofitosi, sclerosi subcondrale ed ispessimento della capsula articolare), ai reperti più atipici, tra cui l’elevata presenza di ossicoli sesamoidei, sia mono-che bilaterali, e di mineralizzazione intrameniscale, specie bilaterale.
È la conferma dell’importante spessore epidemiologico delle lesioni articolari degenerative, artrosi compresa, anche nel gatto. A detta degli autori dell’indagine, rappresenta un motivo in più per affinare i mezzi di interpretazione radiografica, ma è anche un forte stimolo per migliorare complessivamente l’approccio clinico e terapeutico a questa sottodiagnosticata malattia delle articolazioni feline: imparare, cioè, a riconoscerne anche i subdoli segni comportamentali, con l’obiettivo di attuare, il più precocemente possibile, la più idonea gestione medica combinata della degenerazione articolare.