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Il cervello dell’anziano su “The Innovet Journal”

“The Innovet Journal” numero 3 è dedicato ai proprietari di cani e gatti anziani, perché sappiano prendersi cura del cervello che invecchia, anche nel loro amico a 4 zampe.
Il cervello dell’anziano su “The Innovet Journal”

Il foglio periodico di approfondimenti di Salute Animale, ideato e curato da Innovet specificatamente per proprietari di cani e gatti, si concentra questa volta su un argomento di grande rilevanza ed attualità: l’invecchiamento cerebrale di cani e gatti anziani. A firmare il breve ed utile vademecum su questo argomento è una nota specialista in comportamento animale: Maria Cristina Osella. La comportamentalista parte dalla definizione di “neurodegenerazione”: l’insieme di quelle complesse modifiche delle funzioni cerebrali, inesorabilmente legate all’avanzare degli anni, e responsabili di alterazioni – cognitive, mnemoniche e di apprendimento – che, lasciate a sé, possono compromettere pesantemente la qualità di vita dell’animale “senior” e del suo proprietario. In poche righe, Osella identifica le linee guida per gestire in modo adeguato il cerello del nostro amico a 4 zampe che sta invecchiando. Prima di tutto, riconoscere se questo è un “invecchiamento di successo”: vale a dire una naturale conseguenza dell’età che, pur rendendo il senior pet più fragile e più esposto alle malattie, pur tuttavia non compromette una qualità di vita accettabile. O, piuttosto, capire se siamo di fronte ad un “invecchiamento cerebrale patologico”. In questo caso, spetta fondamentalmente al proprietario rilevare e segnalare al proprio veterinario di fiducia quei segnali-spia di possibili gravi conseguenze di natura comportamentale e cognitiva. Lo scopo è molto importante: capire se il nostro amico ha bisogno solo di interventi precauzionali, atti a proteggere e supportare la funzionalità del suo cervello anziano. O se, piuttosto, è portatore di un vero e proprio disturbo (es. demenza senile), da affrontare con trattamenti specifici, tanto più efficaci quanto più precocemente messi in atto. L’adozione, ad esempio, di diete commisurate alle esigenze metaboliche dell’anziano; l’attuazione di modifiche (es. arricchimento) dell’ambiente di vita; l’utilizzo di terapie farmacologiche classiche e/o di neuroprotettori (fosfatidilserina, resveratrolo, Ginkgo biloba), efficaci nel proteggere i neuroni dai danni neurodegenerativi legati al’età.