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Il prurito secondo Fabbrini

Martedì 29 maggio 2007, si è svolto a Torino (Holiday Inn Torino Sud) l’ultimo dei quattro incontri scientifici organizzati da Innovet sulla “Gestione pratica del prurito nel cane” e tenuti da Fabrizio Fabbrini, attuale presidente SIDEV e membro dell’ESVD (European Society of Veterinary Dermatology). Per completare il tour, a giugno ancora due incontri con Federico Leone.
Il prurito secondo Fabbrini

Non c’è dubbio che per il cane il prurito rappresenti uno dei sintomi più frequenti e fastidiosi, capace di compromettere pesantemente la qualità di vita sia dell’animale che del proprietario, e comune ad un lungo elenco di malattie, prima di tutto dermatologiche, ma anche di natura sistemica.
Il “che fare?” di fronte ad un sintomo tanto aspecifico quanto invalidante è stato spiegato da Fabrizio Fabbrini nei suoi quattro incontri di maggio sulla gestione del prurito nel cane. “Il paziente con prurito – ha affermato – deve essere affrontato a 360°. Vale a dire, non accontentandosi di valutazioni puramente visive e non trascurando nulla di quello che è necessario per identificare sia le molteplici cause primarie che lo scatenano, sia i fattori concomitanti (es. infezioni, parassitosi) che possono determinare il superamento della cosiddetta “soglia del prurito”: quel livello soggettivo di tolleranza della sensazione pruritogena, oltre il quale si manifesta il sintomo conclamato.”
AOP, ovverossia “Approccio Orientato al Problema” è la “ricetta” proposta da Fabbrini: “un vero e proprio piano diagnostico-terapeutico che, prendendo inizialmente in considerazione tutte le cause che possono provocare il prurito, le esclude via via sulla scorta dei dati raccolti tramite algoritmi organizzati in tappe ben precise: segnalamento, anamnesi, esame obiettivo generale, visita dermatologica, indagini collaterali, e trial terapeutici, utili ad effettuare diagnosi ad esclusione.”
Relativamente alla gestione, Fabbrini ha parlato dei pro e contro delle diverse terapie sistemiche (dai cortisonici, agli antistaminici, agli immunosoppressori, alle aliamidi) ed ha enfatizzato l’importanza dei trattamenti topici. ““Shampooterapia – ha spiegato – e sostanze (es. fitosfingosina) atte a garantire e/o ripristinare l’integrità funzionale della cute non si limitano alle, seppur importanti, funzioni di detersione, riduzione della carica allergenica e protezione della barriera cutanea. Possono, altresì, potenziare l’azione di topici specifici per il prurito (es. aliamidi, immunomodulatori), come consentire la riduzione di dosaggi e tempi di somministrazione di terapie sistemiche potenzialmente dannose (es. cortisonici).”