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Invecchiamento cerebrale: come riconoscerlo?

La rivista “Veterinaria” riserva il supplemento di Dicembre 2005 alla SISCA (Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate). Nove articoli tutti incentrati su tematiche di natura comportamentale, tra cui anche il lavoro condotto da una vera e propria “task force” di comportamentalisti italiani sulle metodiche per riconoscere precocemente e monitorare nel tempo i segni patognomonici di “invecchiamento cerebrale” nel cane.
Invecchiamento cerebrale: come riconoscerlo?

Raimondo Colangeli, Franco Fassola, Sabrina Giussani, Maria Cristina Osella, Gaspare Petrantoni, Elena Severi e Corrado Sgarbi. Questi i nomi dei sette comportamentalisti della “task force” sull’invecchiamento cerebrale nel cane: in altre parole, un articolato progetto di studio nato per valutare non solo efficacia e tollerabilità di nuovi approcci (es. nutraceutici) ai disordini comportamentali e cognitivi del cane anziano, ma anche per mettere a punto metodi diagnostici sempre più precisi e tempestivi.
Ora, queste metodiche di diagnosi e prevenzione trovano completa razionalizzazione nell’articolo di “Veterinaria”, firmato da tutti i componenti della “task force” e da Tommaso Furlanello, cui si deve il protocollo di analisi ematologiche, ematochimiche ed ormonali, valido per la diagnosi differenziale dei segni clinici di invecchiamento cerebrale.
“Siamo partiti – si legge nell’articolo – da una metanalisi dei criteri diagnostici, dei formulari di intervista al proprietario e delle griglie di valutazione, pubblicate dalle varie scuole comportamentaliste…Ed abbiamo raggiunto un duplice obiettivo. Innanzitutto, siamo arrivati a definire quelle condizioni necessarie e sufficienti affinché un cane possa dirsi affetto da “invecchiamento cerebrale sintomatologico”: quell’invecchiamento, cioè, che può portarsi appresso un incredibile ventaglio di segni clinici, che vanno dal semplice rallentamento delle funzioni cerebrali ad una vera e propria ridda di alterazioni comportamentali, cognitive ed emozionali…In secondo luogo, siamo riusciti ad elaborare una scheda-questionario, organizzata in cinque categorie di alterazioni comportamentali, ognuna descritta da un certo numero (da 4 a 13) di segni clinici specifici: alterate interazioni socio-ambientali, disorientamento, alterazioni del ciclo sonno-veglia, scorrette abitudini eliminatorie, alterata attività generale.”
Ed il questionario è già stato testato su 45 cani di età superiore ai 7 anni, esenti da malattie organiche e con almeno 1 sintomo nella categoria “alterate interazioni sociali” ed almeno un altro in una delle restanti quattro categorie individuate.
“Questo primo test – precisano i comportamentalisti – ci ha consentito di verificare la facilità di utilizzo dello strumento che, seppur perfettibile, è di agevole somministrazione da parte di noi veterinari e di immediata comprensibilità per il proprietario. Non solo, ma il questionario è risultato strumento affidabile per rilevare e monitorare i segni clinici di invecchiamento cerebrale.”