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La genetica della displasia del gomito nel cane

La selezione genetica è la base del controllo della displasia del gomito. L’argomento è stato trattato nel corso di uno specifico seminario della società di ortopedia veterinaria.
La genetica della displasia del gomito nel cane

La SIOVET (Società Italiana di Ortopedia Veterinaria) ha dedicato due intere giornate al gomito, chiamando cinque ortopedici di fama internazionale a parlare di tutti i più importanti aspetti delle patologie che affliggono questa complessa articolazione. Tra le varie e interessanti relazioni quella di Carlo Maria Mortellaro ha illustrato lo stato dell’arte sulla selezione genetica, intesa come metodo di elezione per controllare la diffusione della malattia displasica.
Dopo un breve inquadramento delle manifestazioni primitive accorpate sotto il termine ad ombrello di “displasia del gomito”, Mortellaro ha spiegato il complesso “makeup” genetico di questa malattia. A partire dall’eredità di tipo poligenico-quantitativo, tale per cui il fenotipo (vale a dire, la morfologia del gomito) è il risultato della trasmissione di coppie multiple di geni su cui pesa anche l’influenza di fattori ambientali come il trend di crescita, il livello di attività fisica e lo stile di vita. Per passare, poi, ad illustrare il concetto di ereditabilità, quella quotaparte cioè del fenotipo che dipende unicamente da fattori genetici, e che tanto più ha un valore elevato tanto maggiore è la probabilità che la selezione dei cani riproduttori basata sull’analisi del loro fenotipo (screening radiografico) abbia reali capacità di ridurre al minimo la trasmissione della malattia alle successive generazioni.
A che punto siamo? Difficile rispondere alla domanda, dato che l’ereditabilità varia a seconda delle lesioni primitive del gomito e delle razze. I primi risultati sono comunque incoraggianti. Database statistici sia europei che americani registrano, infatti, un trend di miglioramento nel “breeding value” (valore riproduttivo) di razze a rischio displasico (es. Rottweiler, Bovaro del Bernese), a significare che la via giusta, anche se nel lungo termine, è quella che allo screening radiografico precoce affianca l’identificazione dei riproduttori che hanno la più elevata probabilità di trasmettere caratteristiche articolari desiderabili.

Mortellaro CM. La displasia del gomito e la selezione genetica: a che punto siamo? Seminario SIOVET “Cosa c’è di nuovo sul gomito”, Cremona, 10-11 novembre 2012
Programma dell’evento in http://cms.evsrl.it/Evento.aspx?id=6048