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Lo stress nel cane da lavoro

Con il patrocinio della Regione Veneto, dell’Ordine dei Medici Veterinari, della Provincia e dell’ULSS di Verona, AIVPA (Associazione Italiana Veterinari Piccoli Animali), ASETRA (Associazione Studi Etologici e Tutela della Relazione con gli Animali) e le Associazioni cinofile “Gruppo Cinofilo DLF” ed “Argo 91” hanno organizzato, domenica 7 maggio 2006, presso l’Auditorium Verdi della Fiera di Verona, un convegno sullo “stress psico-fisico nel cane da lavoro e da protezione civile”. Molti ed importanti gli argomenti trattati dagli esperti: dal precoce riconoscimento dei segnali di stress; alle tecniche di allenamento più consone a motivare l’animale, aumentarne la resa e diminuirne il rischio di sovraccarico psico-fisico; alle misure, nutrizionali e nutraceutiche, più idonee ad ottimizzarne la performance.
Lo stress nel cane da lavoro

“Che cos’è lo stress?” La giornata si è aperta con questa domanda cui ha risposto Renzo Piccin, medico veterinario del Centro di addestramento cinofilo del Corpo Forestale dello Stato: “è la risposta generica dell’organismo ad una lista interminabile di stimoli stressanti…l’organismo puà adattarvisi (siamo in una condizione di “eustress”), ma, quando tali stimoli sono troppo intensi o prolungati, interviene un “distress”, vale a dire uno stress cronico che apre la strada a gravi problemi, sia fisici che psicologici.”
E a parlare di questi problemi, specificatamente orientati al cane da lavoro, sono intervenuti esperti davvero di notevole caratura. Dominique Grandjean – docente di Nutrizione animale all’Ecole Nationale Veterinaire d’Alfort e capo veterinario dei Vigili del Fuoco di Parigi – ha tenuto più relazioni sull’argomento. Sulle conseguenze fisiche dello stress, innanzitutto.
“Stress fuori sforzo (es. le modalità di trasporto) e/o durante il lavoro ingenerano tutta una serie di risposte inappropriate: strettamente nervose, responsabili di alterazioni comportamentali; organiche, correlate, ad esempio, a patologie digestive ed endocrine; ed, infine, cellulari…Prima tra tutte, l’instaurarsi di quello “stress ossidativo” cellulare, oggi riconosciuto alla base di numerose patologie del cane da lavoro, da quelle più propriamente muscolo-scheletriche a quelle cardiache.”
Grandjean ha parlato anche delle diverse tecniche di addestramento del cane – dall’allenamento allo sforzo breve alla resistenza a lungo termine in condizioni di aerobiosi – per poi concentrarsi sulla prevenzione dello stress da lavoro attraverso appropriati interventi, nutrizionali e nutraceutici. “Accanto alle misure più consone per rispondere ad un maggior fabbisogno proteico ed energetico, è utile l’impiego delle cosiddette “sostanze ergogene”, comprendendo con tale termine tutti quei principi che, introdotti con la dieta, sono in grado di migliorare la performance fisica dell’animale: dai condroprotettori, fondamentali per la protezione ed il rinforzo della cartilagine articolare, agli antiossidanti per combattere lo stress ossidativo, inevitabilmente legato all’eccessivo sforzo fisico.”
Il convegno ha visto, poi, le relazioni della comportamentalista Elena Severi sui segnali di stress psicologico nel cane da lavoro; di Barbara Gallicchio sulle differenti attitudini lavorative appartenenti alle diverse razze canine; ed, infine, dello psicologo Roberto De Filippo, che ha parlato delle ripercussioni dello stress del cane da lavoro sul conducente cinofilo.

Consulta il programma http://www.mvcongressi.it/data/upload/stressdefinitiva.pdf