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Mastociti: passato e futuro

Marcus Maurer del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Berlino e Martin Metz, patologo della californiana Stanford University, sono gli autori di questa originale review sulla storia passata e futura dei mastociti, pubblicata ora su “Experimental Dermatology”. Un excursus di piacevole lettura che ben ci fa intendere come negli ultimi vent’anni queste cellule siano state oggetto di ricerche così intense, da mutarne radicalmente il profilo biologico e caricarle di potenzialità senza precedenti nell’ambito dei meccanismi di difesa e di regolazione omeostatica dell’organismo.
Mastociti: passato e futuro

Per tutti sono sempre state le “allergy cells”: quelle cellule che, attivate nelle fasi precoci dell’allergia, portano al rilascio per immediata degranulazione di enormi quantità di istamina e, dunque, sono direttamente responsabili della sintomatologia infiammatoria e pruriginosa tipica delle risposte allergiche.
Ma, dagli anni Settanta ad oggi, i mastociti sono stati oggetto di un incredibile fervore di ricerche che ne ha completamente stravolto il profilo, sia biologico che funzionale. Maurer e Metz parlano addirittura di un’evoluzione di stampo darwiniano, tale per cui queste cellule hanno a poco a poco valicato i ristretti confini dell’allergia, per essere invocate non solo nella patogenesi di un incredibile ventaglio di malattie, ma, soprattutto, all’interno di quei meccanismi, immunitari e non, che presiedono alla difesa ed al controllo omeostatico dell’organismo.
“I mastociti – si legge nell’articolo – sono preferenzialmente localizzati negli organi che ci separano dall’ambiente circostante. Cute e mucose, ad esempio, con una densità che aumenta man mano che ci si allontana dal centro del corpo.”
Una topografia, dunque, davvero caratteristica che ha avuto la sua logica spiegazione quando è stato chiaramente dimostrato il ruolo dei mastociti nelle risposte difensive contro i batteri. “Queste cellule – ribadiscono più volte gli autori nel corso dell’articolo – sono elementi chiave nell’avvio delle risposte immunitarie contro i batteri, essendo dotate di attività battericida, sia diretta che mediata dall’incredibile lista di mediatori che rilasciano per degranulazione: citochine, proteasi, amine vasoattive, fattori chemotattici e tanto altro ancora…”.
Un’importante valenza biologica “buona”, dunque, per i mastociti che induce Maurer e Metz a rinominarli “jack of all trades”, cioè a dire veri e propri “factotum” biologici, capaci di avvertire le variazioni ambientali ed adeguare la loro risposta di protezione e difesa.
E il “quo vadis”? “È ormai chiaro – si legge nell’articolo – che ai mastociti dobbiamo riconoscere ruoli non solo patologici, ma anche fisiologici, di vera e propria regolazione omeostatica…Il futuro va, dunque, verso la messa a punto di nuove strategie che, modulando la funzionalità di tali cellule, consentano non solo di curare le malattie infiammatorie, ma, in generale, migliorino la risposta ai disparati segnali di danno provenienti dall’ambiente esterno.”