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PEA, una molecola innovativa

La rivista ufficiale della Società francese di biochimica e biologia molecolare dedica una review alle proprietà antinfiammatorie ed analgesiche della Palmitoiletanolamide (PEA/Palmidrol).
PEA, una molecola innovativa

È firmato dall’”Endocannabinoid Research Group” del CNR di Pozzuoli l’articolo di review che ripercorre la straordinaria storia biologica della PEA/Palmidrol: dagli inizi degli anni Cinquanta, quando la PEA veniva identificata come amide di acidi grassi a lunga catena, prodotta naturalmente da molti tessuti animali e vegetali in situazione di danno/infiammazione; ai giorni nostri, con la dimostrazione del suo ruolo di vero e proprio mediatore locale pro-omeostatico, in grado di esercitare proprietà antinfiammatorie ed analgesiche, quando somministrata per via esogena.
Il gruppo di ricercatori coordinato da Vincenzo di Marzo riassume poi i tre meccanismi attraverso cui la PEA esplica le sue importanti proprietà terapeutiche. Il meccanismo ALIA (Autacoid Local Injury Antagonism) innanzitutto, con cui la PEA down-modula la degranulazione dei mastociti iper-reattivi. Ma anche l’effetto cosiddetto “entourage”, basato sull’inibizione da parte della PEA della degradazione di altri composti endogeni (endocannabinoidi) che, al pari del capostipite delle aliamidi, esercitano attività antinfiammatorie ed antinocicettive. Fino a meccanismi di natura squisitamente recettoriale, data la capacità di legarsi a sistemi recettoriali che l’aliamide condivide con endocannabinoidi ed endovanilloidi.
“Le nuove opportunità terapeutiche” della PEA sono, infine, l’argomento dell’ultimo capitolo della review. Negli ultimi due anni, spiegano i ricercatori, è aumentato in maniera esponenziale l’interesse per questa molecola, tant’è che sono ormai molto numerose le ricerche che ne supportano le azioni antinfiammatorie, antinocicettive e neuroprotettive. Una per tutte è la recente dimostrazione del ruolo di protezione endogena che la PEA esercita nella dermatite allergica da contatto [NdR. Petrosino S et al, Allergy, 2009, in press]: l’ultima tessera di quel puzzle di evidenze scientifiche che dimostra la validità d’impiego di questa molecola in tutte quelle condizioni patologiche, di pertinenza sia umana che veterinaria, sostenute da una iper-reattività tissutale mastocita-mediata.