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SCIVAC 2004 Spettroscopia e liquido sinoviale di cane

Antonio Crovace e Luca Lacitignola, della sezione di Chirurgia Veterinaria del DETO (Dipartimento dell'Emergenza e dei Trapianti di Organi) dell'Università di Bari, hanno presentato al 48mo congresso nazionale SCIVAC (Rimini, 27-31 maggio 2004) i risultati di un’indagine preliminare, tesa a verificare l’applicabilità della spettroscopia di risonanza magnetica protonica (H-NMR) ad alta risoluzione all’analisi del liquido sinoviale del cane. Importanti le ricadute pratiche, sia in termini di diagnosi più puntuali e tempestive delle diverse artropatie del cane, sia come valutazione dell’efficacia di specifici trattamenti, condroprotezione compresa.
SCIVAC 2004
Spettroscopia e liquido sinoviale di cane

Il metodo è ben conosciuto, sia nell’uomo che nel cavallo: un sofisticato mezzo d’indagine per individuare e quantificare simultaneamente nei liquidi biologici un grande numero di metaboliti, considerati indicatori attendibili di diversi stati patologici, tra cui l’artrosi. Ora – grazie alle indagini avviate dalla sezione di Chirurgia Veterinaria del DETO dell’Università di Bari – la spettroscopia H-NMR approda anche al cane, quale sussidio diagnostico per l’artrosi e monitoraggio della sua evoluzione. “Abbiamo applicato il metodo – spiega in sede congressuale Lacitignola – a 10 cani di taglia grande/gigante, di età compresa tra i 12 mesi ed i 6 anni e diagnosi di gonartrosi secondaria a rottura monolaterale del legamento crociato anteriore… I campioni di liquido sinoviale prelevati per artrocentesi dal ginocchio sono stati poi adeguatamente preparati e sottoposti ad indagine spettroscopica.”
Veramente interessanti i risultati ottenuti. “Questa tecnica – ha proseguito Lacitignola – ci ha consentito di identificare, in modo diretto e simultaneo, svariati metaboliti nel liquido sinoviale del cane affetto da artrosi: da molecole chiave del metabolismo cellulare (es. piruvato, citrato), ad evidenti marker di degradazione cartilaginea (es. acetato), di infiammazione ed aumentata ossidazione endoarticolare (es. lattato, HDL-colina, glicerolo).”
“Una metodica – ha concluso Lacitignola – assolutamente valida da un punto di vista diagnostico, ma altrettanto impiegabile come sistema per valutare l’efficacia di specifici trattamenti farmacologici… Noi lo stiamo già facendo, dato che abbiamo in corso uno studio clinico volto a valutare, proprio con tale metodica, l’azione del condroprotettore Condrostress SUPRA sui parametri metabolici sinoviali del cane affetto da artrosi”.
L’abstract pubblicato negli Atti congressuali è disponibile su richiesta a: cedis@innovet.it