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Università e Industria insieme per la ricerca

Partono proprio in questi giorni due importanti progetti di ricerca di durata triennale, attivati da Innovet in collaborazione con la Sezione di Farmacologia e Tossicologia del Dipartimento di Patologia Animale della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino. A spiegarne obiettivi e contenuti interviene Giovanni Re, docente di Farmacologia Veterinaria della Facoltà torinese, nonché coordinatore di questi progetti.
Università e Industria insieme per la ricerca

“Per i ricercatori è sempre un momento carico di grandi aspettative poter annunciare il varo di nuovi progetti di ricerca, soprattutto quando questi vengono ideati e realizzati in Italia grazie ad una proficua, quanto indispensabile, collaborazione tra Università ed Industria.” È questo il preambolo con cui Giovanni Re introduce la motivazione dei due filoni di ricerca che, per i prossimi tre anni, vedranno impegnata, sotto la sua personale supervisione, la dottoranda di ricerca Raffaella Barbero, titolare di una borsa di studio finanziata da Innovet.
“Il primo filone – spiega Re – rientra nell’articolato progetto “ALIA in Medicina Veterinaria”. In sintesi, si tratterà di verificare, anche nell’animale d’affezione, l’esistenza di sistemi endogeni di autoregolazione dei processi infiammatori, pruritogeni e/o algogeni. Il progetto riguarderà, inizialmente, l’identificazione di specifici recettori, come quelli per i vanilloidi, su colture cellulari. In seguito, si valuterà l’efficacia delle ALIAmidi [NdR: ALIAmidi: molecole a meccanismo ALIA (Autacoid Local Injury Antagonism)] nella modulazione dei processi patologici indotti in tali colture.” L’obiettivo appare importante ed innovativo. Basti pensare al notevole potenziale applicativo di queste molecole nell’ambito dell’eterogeneo gruppo delle malattie a componente infiammatoria, pruriginosa e/o algica che interessano cani e gatti.
“Il secondo progetto – continua Re – è incentrato sui processi neurodegenerativi che caratterizzano l’invecchiamento cerebrale del cane. Un progetto di straordinaria portata scientifica, che si prefigge di individuare una serie di indicatori – biochimici, neurotrasmettitoriali, infiammatori ed ossidativi – attendibili come marker non solo di fisiologica senescenza cerebrale, ma, soprattutto, di decadimento cerebrale patologico utilizzabili per la diagnosi. Si dovrà, poi, valutare se questi stessi indicatori saranno in grado di fornirci utili informazioni anche sull’efficacia di sostanze “neuroprotettive”, potenzialmente in grado di proteggere il cervello dai processi neurodegenerativi età-dipendenti.”
In conclusione, ci preme sottolineare, oltre al particolare interesse teorico-applicativo dei due progetti di ricerca, l’importanza dell’impegno congiunto di chi ha reso possibile la realizzazione, tutta italiana, di tali progetti. Da una parte, l’Università, che ha messo a disposizione le risorse culturali ed umane. E dall’altra, Innovet, che svolge il ruolo vitale di “cinghia di trasmissione” tra scienza e mercato, da sempre impegnata a potenziare la ricerca scientifica, assicurandone le straordinarie ricadute pratiche.