Facebook Linkedin Instagram
A member of the Swedencare family
Cuore con pets

Allergia: diversa per gatto e polvere

La notizia è stata diffusa dai clinici dell’”Asthma and Allergic Diseases Center” di Charlottesville (Virginia, USA) che, dopo aver analizzato l’assetto anticorpale di 112 bambini affetti da difficoltà respiratorie su base allergica, concludono: “se possedere un gatto sembra favorire una sorta di immunizzazione nei confronti delle allergie, non altrettanto serve da protezione nei confronti degli acari della polvere”.

Meccanismi immunitari distinti per la risposta allergica a due diversi allergeni: quelli del gatto e quelli dell’acaro della polvere. Ad arrivare a questa interessante scoperta sono alcuni allergologi americani, autori di un articolo pubblicato a gennaio 2005 sul “Journal of Allergy and Clinical Immunology”.
“Possedere un gatto – scrivono Elizabeth Erwin e coll. – può ridurre la risposta immunitaria del bambino nei confronti degli allergeni di questo animale, ma non lo ripara dalla reattività scatenata dagli acari della polvere… Siamo arrivati a questa conclusione dopo uno studio caso-controllo condotto mettendo a confronto l’assetto anticorpale di 112 pazienti di età compresa tra 10 ed 11 anni ed affetti da asma allergico, con quella di altrettanti bambini senza sintomi di natura asmatica.”
Ebbene – fermo restando che la sintomatologia dispnoica dei soggetti sensibilizzati era connessa ad alti titoli anticorpali verso gli allergeni sia di gatto che di acaro della polvere – il dato interessante è che i bambini vissuti a stretto contatto con l’animale dimostravano una concentrazione plasmatica di IgE specifiche per gli allergeni felini 10 volte inferiore a quella degli anticorpi prodotti in risposta agli acari della polvere. “Ciò significa – affermano gli allergologi – che la risposta immunitaria ai due allergeni segue due vie distinte. Possedere un gatto induce, sì, uno stato di tolleranza immunitaria che, comunque, è rigorosamente allergene-specifico e nulla può contro la reattività a stimoli antigenici di altra natura, come, ad esempio, quelli ubiquitariamente contenuti nelle polveri di casa.”

Articolo disponibile su richiesta a cedis@innovet.it