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Cuore con pets

Parodontopatie: malattie di tutti i giorni

Prendiamo spunto da due articoli di recente pubblicazione per ribadire l’importanza nella pratica ambulatoriale di tutti i giorni della malattia parodontale, che colpisce assai frequentemente l’animale da compagnia. L’ha detto al recente congresso SCIVAC di Rimini il noto odontostomatologo americano Colin Harvey e lo ribadisce a gran voce Dea Bonello, durante il tour di aggiornamento scientifico che sta attualmente portando in tutta Italia, proprio per parlare di Odontostomatologia come “pratica specialistica di base”.

Perché la malattia parodontale è così comune nel cane e nel gatto? E perché è così importante saperla adeguatamente gestire? Sono le domande cui ha egregiamente risposto Colin Harvey durante il recente congresso nazionale SCIVAC (Rimini, 19-21 maggio 2006). “I periodontopatogeni – i batteri anaerobi ritenuti responsabili di gengiviti e periodontiti – sono sempre presenti nel cavo orale e, se non opportunamente eliminati con un’adeguata igiene orale, si accumulano assai rapidamente nel solco gengivale…La carica batterica aumenta progressivamente e genera un’infiammazione/infezione che, scendendo sempre più in profondità, finisce per erodere l’osso alveolare e condurre alla mobilizzazione del dente.”
Ma questo non è l’unico pericolo connesso a gengiviti/periodontiti. “Nell’arco di tempo che va dall’inizio della gengivite all’eliminazione finale del dente – ha spiegato Harvey – può verificarsi una batteriemia, con la conseguente colonizzazione batterica in organi distanti dal cavo orale, come cuore, reni e fegato.” Si tratta, in poche parole, delle temibili ripercussioni sistemiche della malattia parodontale, “da prevenire – ha continuato lo specialista – con una spazzolatura giornaliera, ma anche con una combinazione di approcci che vanno dalla stimolazione dell’attività masticatoria naturale, ai periodici interventi di detartrasi e lucidatura dei denti, all’uso di antiplacca, fino a terapie antibiotiche mirate, nei casi più gravi.”
Chiaro, dunque, che, in queste condizioni, il paziente odontostomatologico è un paziente “di riguardo” nell’ambito della propria attività ambulatoriale; un paziente che non solo è numeroso, ma che richiede attenzioni – diagnostiche, curative e profilattiche – che competono specificatamente al veterinario generalista. “La malattia parodontale – si legge nella recensione del tour di aggiornamento di Dea Bonello, pubblicata su “Professione Veterinaria” – è sicuramente una malattia “di base”, da prevenire con periodici screening di controllo e costanti cure domiciliari, come con interventi ablativi profilattici e con l’impiego combinato di sostanze deputate a controllare l’iper-reattività infiammatoria del cavo orale, che migliorino e prolunghino nel tempo i benefici della profilassi parodontale.”