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News del 20 febbraio 2006
Si inaugura venerdì 24 febbraio 2006 alle ore 20.30, presso la Sala Conferenze della “Nuova Veterinaria” di Carmignano di Brenta (Padova), il tour scientifico “Invito a conoscere…”, che Innovet ha organizzato in tutta Italia con un intento ben preciso: dare l’opportunità al medico veterinario generalista di conoscere e fare propria la gestione di base dell’invecchiamento cerebrale del cane e delle problematiche cliniche ad esso correlate. Relatore: Raimondo Colangeli (foto), consigliere SISCA (Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate) dal 1999, diplomato comportamentalista all’Ecole Nationale Vétérinaire francese e membro delle associazioni di comportamentalisti europei Zoopsy ed ESVCE (European Society of Veterinary Clinical Ethology).
Uno studio retrospettivo condotto dalla Facoltà di Medicina Veterinaria di Glasgow (Scozia) fornisce i dati di prevalenza radiografica dell’artrosi nel gatto. Questi i numeri pubblicati nel fascicolo di dicembre 2005 di “The Veterinary Record”: su 218 gatti inclusi nell’indagine, il 40% manifestava segni di degenerazione articolare, a carico o della colonna vertebrale o degli arti o di entrambi questi distretti. Solo la metà dei gatti artrosici presentava, però, cause evidenti e solo sei lamentavano sintomi conclamati (zoppia) legati alla degenerazione.
Si è tenuto venerdì 10 febbraio a Milano il primo degli otto incontri del tour di aggiornamento scientifico organizzato da Innovet ed intitolato: “Odontostomatologia: le pratiche specialistiche di base. Un’opportunità per il Veterinario generalista.” Il relatore – Dea Bonello – è brillantemente riuscito nell’intento di far uscire l’Odontoiatria Veterinaria dai tradizionali confini della dottrina “per soli specialisti”, per proiettarla con forza nella pratica ambulatoriale quotidiana, appunto lì dove è ormai indispensabile a garantire buona salute ed ottima qualità di vita a cani e gatti.
Il “Westminster Kennel Club Dog Show” - vale a dire il concorso di bellezza canina più importante del mondo, tenutosi il 13-14 febbraio 2006 al Madison Square Garden di New York – riporta prepotentemente alla ribalta lo stretto legame esistente tra razze sempre più selezionate “a misura d’uomo” e suscettibilità ad uno specifico profilo patologico. Una conferma, dunque, di quel “Breed Oriented Approach” (BOA), che consente di orientarsi nella diagnosi di una determinata malattia partendo proprio dalla razza dei propri pazienti.
Due noti studiosi di mastociti – Harissios Vliagoftis e Dean Befus del Dipartimento di Medicina dell’Università di Alberta (Canada) – spiegano le ultime prospettive in fatto di mastociti, situati nei tessuti mucosali di frontiera e definiti “ veri e propri sensori biologici, deputati a coordinare le difese, naturali ed immunitarie, dei diversi distretti, ma anche ad avviare e sostenere le risposte infiammatorie contro insulti di vario genere, infezioni comprese.”