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News del 04 settembre 2006
Innovet ha recentemente siglato un accordo internazionale di licenza con l’americana Stiefel volto alla produzione e alla commercializzazione di prodotti contenenti Palmitoiletanolamide (Palmidrol INN) e altre aliamidi per il settore dermatologico umano. Dopo anni di ricerca e di applicazione in medicina veterinaria, per queste innovative molecole si apre oggi un importante spazio applicativo anche nella dermatologia dell’uomo.
Avete notato che dopo la pausa estiva sono migliorate le vostre funzioni cognitivo-mnemoniche? Non è solo un’impressione, stando a quello che i ricercatori del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Biocomportamentali dell’Università della California (Los Angeles) pubblicano sulla rivista ufficiale dell’”American Association for Geriatric Psychiatry”. Due settimane di uno stile di vita più sano - con esercizi fisici quotidiani, tecniche di rilassamento, alimentazione sana ed esercizi mnemonici – migliorano significativamente il metabolismo cerebrale e le funzionalità cognitivo-mnemoniche, anche solo leggermente compromesse dall’avanzare dell’età.
“Veterinary Research Communications” pubblica - in un supplemento speciale dedicato al convegno SISVET (Società Italiana di Scienze Veterinarie), tenutosi a Viareggio dal 21 al 24 settembre 2005 – i risultati delle ricerche del gruppo di Farmacologia e Tossicologia della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, che hanno condotto all’identificazione del “recettore per i vanilloidi” (VR-1 o TRPV-1) in colture di cellule epiteliali. Ricerche davvero importanti, che vanno ad integrare quelle che hanno permesso l’isolamento di questo recettore anche sui cheratinociti di cute e mucose di cane.
Biochimici e neuropatologi dell’Università di Barcellona pubblicano su “Acta Neuropathologica” un articolo sulla correlazione esistente tra specifiche alterazioni istopatologiche riscontrate nel cervello di cani anziani e deficit cognitivo-comportamentali. La diffusa presenza di placche di proteina beta-amiloide, in particolare, va di pari passo con la gravità dei disordini cognitivi. La fosforilazione della proteina tau - alla base della formazione dei grovigli neurofibrillari tipici dell’Alzheimer umano – è, invece, tratto distintivo dell’invecchiamento cerebrale del cane.
Segnaliamo l’ultima evidenza di letteratura in tema di “artrosi nel gatto”: uno studio prospettico, di imminente pubblicazione sul “Journal of Small Animal Practice” (JSAP), condotto dalla Facoltà di Medicina Veterinaria di Glasgow (Scozia) su 28 casi di osteoartrosi felina clinicamente e radiologicamente manifesta. Considerazione finale: il gatto soffre di artrosi, ma la zoppia non ne è il segno clinico più evidente.