Gli ordini effettuati su questo sito verranno evasi
da Giulius Pet Shop.
Per consultare lo stato di un vostro ordine già effettuato
entrate nel vostro account su Giulius Pet Shop
News del 12 gennaio 2004
Proprietario-animale-ambiente. Sono questi i tre pilastri portanti identificati dall’Odontoiatra canadese Frazer Hale nel trattamento delle parodontopatie (gengiviti e parodontiti) del cane. Una vera e propria triade inscindibile, considerando la quale si può sperare in una discreta probabilità di successo nella complessa gestione delle malattie della mucosa orale dei piccoli animali.
Come ogni anno, dal 17 al 21 gennaio 2004, si svolgerà ad Orlando (Florida) l’annuale conferenza della NAVC (The North American Veterinary Conference), una delle più importanti occasioni di aggiornamento scientifico nel campo della Medicina Veterinaria. Questa volta, si prevedono programmi diversificati “ a piccoli gruppi”, in modo tale da ottimizzare sia l’apprendimento individuale che il confronto con le esperienze di altri professionisti.
Il fascicolo di novembre 2003 della rivista di Neuroscienze “Experimental Neurology” pubblica le ricerche di un gruppo di neurologi dell’Università di Portland (Oregon, USA), che, per ben sei mesi, hanno somministrato Ginkgo biloba a topi transgenici, presi come modello di demenza senile di tipo Alzheimer. I risultati? La scomparsa dei deficit mnemonici spaziali.
È la famosa scuola di Medicina Veterinaria della Cornell University di Ithaca (New York, USA) ad individuare gli indici radiografici più affidabili per predire il possibile sviluppo di artrosi dell’anca in cani giovani, sia normali che affetti da displasia. Enormi le ricadute pratiche. Prima tra tutte, quella di poter contare su parametri ben definiti per potenziare le misure di prevenzione della degenerazione articolare.
Da sempre coinvolto nelle reazioni di natura allergica, ora il mastocita riveste un ruolo di primo piano in tanti altri processi patobiologici di vitale importanza, come la riparazione tissutale, la risposta immunitaria sia naturale che acquisita, l’autoimmunità e, più in generale, l’omeostasi distrettuale. A spiegare dettagliatamente questa affermazione sono due interessanti review, pubblicate rispettivamente alla fine del 2003 ed all’inizio del 2004.