PEA-um: quando la dimensione fa la differenza
Uno dei principali limiti all’uso orale di sostanze “amiche dei lipidi” (lipofiliche) è la loro biodisponibilità, cioè la quantità e velocità con cui raggiungono il target… È il caso della PEA (palmitoiletanolamide), le cui importantissime funzioni biologiche non possono esprimersi se non si tiene conto che “il suo assorbimento è inversamente proporzionale alle dimensione delle particelle in cui risulta aggregata”.
Con queste premesse, il nuovo numero di InnVetMed spiega il progetto tecnologico portato avanti dai laboratori di ricerca di Innovet e finalizzato a “ottenere, selezionare e caratterizzare frazioni di PEA con particelle sempre più piccole”. Fino alla scoperta nel 2010 che la forma a maggiore biodisponibilità, e quindi più attiva, è la PEA ultra-micronizzata (PEA-um), con il 99% delle particelle di dimensioni inferiori ai 6 micron.
Dopo la descrizione dell’innovativo procedimento che genera PEA-um, InnVetMed riporta le principali evidenze a sostegno dei vantaggi dell’ultra-micronizzazione:
- l’assorbimento dopo somministrazione orale, tale per cui i livelli plasmatici di PEA-um sono 5 volte superiori rispetto a quelli misurabili somministrando PEA non micronizzata (nativa);
- la capacità di PEA-um di aumentare i livelli plasmatici, oltre che di PEA, anche di altre sostanze endogene protettive (endocannabinoidi), di cui l’aliamide ultra-micronizzata si serve per esercitare l’effetto ALIA.
Il messaggio finale di questa InnVetMed rivolto al medico veterinario?
Nell’utilizzare un prodotto a base di PEA, è fondamentale tenere in considerazione la dimensione particellare di tale sostanza, al fine di ottenerne appieno i benefici attesi.
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https://www.innovet.it/inn-vet-med/pea-um-quando-la-dimensione-fa-la-differenza
(riservato ai Medici Veterinari)
PEA-um: quando la dimensione fa la differenza. Inn Vet Med Maggio 2020; 42: 1-8