Gli ordini effettuati su questo sito verranno evasi
da Giulius Pet Shop.
Per consultare lo stato di un vostro ordine già effettuato
entrate nel vostro account su Giulius Pet Shop
News del 25 dicembre 2006
Sempre meno sono i dubbi sul fatto che i nostri gatti possano essere colpiti, in età avanzata, da una neurodegenerazione simile a quella che caratterizza il morbo di Alzheimer nell’uomo. A dare enfasi alla notizia è “The Veterinary Record” che, nel fascicolo del 16 dicembre 2006, riporta l’attenzione sulle ricerche che, di recente, hanno evidenziato depositi di amiloide e proteina tau nel cervello di gatti anziani con disfunzioni neurologiche.
“Canadian Medical Association Journal” (CMAJ) pubblica i risultati di uno studio di popolazione che ha evidenziato come, dopo l’introduzione dei COX2-selettivi (anche noti come “coxib”), sia aumentato l’utilizzo degli antinfiammatori non steroidei (FANS). Parallelamente, però, lo studio ha dimostrato un significativo incremento dei ricoveri per emorragie del tratto gastrointestinale superiore. Il consiglio che emerge da questa indagine? Un uso più limitato e regolamentato, per proteggere dai potenziali effetti avversi dei FANS: coxib compresi.
L’aumentata innervazione che caratterizza la cute allergica trova ora una spiegazione ben precisa. Sono i mastociti che, attraverso il rilascio dei loro mediatori – TNF (Tumor Necrosis Factor), in particolare – stimolano le vicine fibre nervose a modificare la loro morfologia, allungandosi ed aumentando di densità nel distretto dermo-epidermico.
Un’indagine a tappeto condotta dal “Swedish Kennel Club” (SKC) rivela che la diagnosi di displasia dell’anca nel cane (HD) è influenzata dal metodo di sedazione utilizzato durante lo screening radiiografico. Il motivo? La maggior lassità dell’articolazione coxo-femorale, che l’anestesia induce rispetto alla semplice sedazione e che altera il valore di parametri radiografici essenziali per fare diagnosi corretta di HD.